La rubrica nasce con l'obiettivo di raccontare un libro al mese, mettendo in evidenza temi da cui poter trarre insegnamenti, sia a livello professionale che personale. Entreremo nel mondo dei libri attraverso gli occhi degli stessi autori, con l'augurio che possa essere un buon punto di partenza per chi è curioso ed ha sempre voglia di acquisire nuove conoscenze.
... Chiudiamo gli occhi... Respiriamo... Entriamo in connessione con noi stessi.
Questo libro è un cammino a tappe, nel quale ogni sosta corrisponde ad un momento di riflessione sul senso di sé rapportato alla quotidianità.
Maria Cristina Caccia ci guida lungo 36 "soste" dove ritrovarsi o rispecchiarsi, per scoprire nuovi suggerimenti e stimoli per accogliere il futuro con fiducia e vivere la vita con gratitudine e consapevolezza.
Il nuovo mantra è: mi fido, mi affido.
Da dove emerge la scelta del titolo del libro "Mi fido. Mi affido"?
La scelta del titolo del libro "Mi fido. Mi affido" emerge dai contenuti che sono stati trattati in questo percorso di 36 tappe, e nasce dal fatto che è fondamentale, nella vita di ognuno di noi, imparare a trovare un centro all'interno di noi stessi da cui partire e a cui affidarsi, perché la persona che conosce i fatti della propria storia siamo soltanto noi. Fuori ci sono tanti venditori di regole che non collimano quasi mai con quello che noi siamo, e allora tendiamo ad affidarci all'esterno a prendere ispirazione dagli altri, il che va bene, ma la cosa fondamentale, di cui dobbiamo diventare consapevoli, è che dobbiamo fidarci e affidarci alla conoscenza che c'è dentro di noi, ai nostri pregi, difetti, limiti, e proprio dai nostri limiti imparare a forgiare le nostre risorse e degli strumenti utili che possono aiutare a percorrere il nostro cammino quotidiano.
Mi fido e mi affido è un mantra energicamente positivo, che ci accompagna in qualsiasi situazione, anche per sviluppare quella famosa resilienza di cui tutti parlano: io mi fido e mi affido a me, a quello che voglio, a quello che la vita ha deciso per me, alle situazioni che incontro nel mio cammino ma partendo sempre dalla mia storia. E' un percorso non facile, perché vuol dire che ti devi guardare dentro, devi e puoi dover cambiare determinate conoscenze o pregiudizi che puoi esserti costruito lungo il tuo cammino, anche assorbendo esperienze dall'esterno, ma la cosa importante è poi ritrovare costantemente un centro, perché tu sei tutto quello che devi e che puoi essere e diventare.
Cosa si intende per consapevolezza?
Questo libro è un cammino di trasformazione personale per risvegliare la consapevolezza di sé.
Consapevolezza è l'essere con la conoscenza di sé nel momento in cui le cose accadono, fondamentale per poter osservare gli accadimenti della vita professionale e privata, e avere la coscienza che all'interno di noi ci sono talenti e gli strumenti per poter leggere e ricostruire quella situazione, per poterla riprogrammare partendo dai nostri punti di vista, dalle nostre prospettive.
La nostra mente sfoglia costantemente dei foglietti, gli schemi, che noi abbiamo costruito e che sono frutto delle nostre esperienze: conoscere questi foglietti ed essere consapevoli di avere queste conoscenze dentro di noi è fondamentale per comprendere come stiamo osservando il mondo, da quale prospettiva lo stiamo guardando e quale valore diamo alle cose che ci capitano. E' un'assunzione di responsabilità, partire da noi e comprendere quanto c'è di responsabilità nella nostra dimensione rispetto a quello che ci accade è fondamentale, quindi per me essere consapevoli è essere responsabili, avere la responsabilità di comprendere che leggiamo la realtà mai in maniera oggettiva. Consapevolezza riprende tanti aspetti, non è soltanto io so, io conosco e quindi faccio, ma è una conoscenza molto più profonda di sé, un esercizio di presenza, dove sono in questo momento, cosa sto sentendo e provando, come mai reagisco a certe situazioni in determinati modi.
Consapevolezza è un divenire costante nel momento presente e andare a braccetto con tutto quello che affrontiamo e che ci troviamo di fronte nella nostra vita di ogni giorno: per me è un esercizio di responsabilità.
Come possiamo avvicinarci ad un'esistenza più consapevole?
Il libro affronta 36 passi, ogni capitolo è una tappa che termina con un suggerimento chiamato "sperimentati", dove propongo un esercizio di scrittura e narrazione rispetto al tema che ho affrontato.
Come diventare più consapevoli? Questi 36 passi potrebbero essere un inizio ed uno spunto. Non c'è nulla da insegnare ma c'è qualcosa da condividere con gli altri che fa parte della propria esperienza.
Questi 36 passaggi, tra i quali l'arte di essere assertivi, il punto zero, il paradigma del centro, la scrittura come terapia, il regolamento interiore, sono tutti suggerimenti, punti di vista da cui poter partire per riportarci ad un'attenzione più vera ed autentica del sé. Dobbiamo imparare a diventare un po' più amici di noi stessi e, per farlo, dobbiamo ascoltarci: rimanere a contatto con quello che sentiamo e percepiamo è fondamentale, perché altrimenti rischiamo di vivere sempre in una dimensione esterna a noi che a un certo punto ci travolge, mentre entrare in contatto con la nostra voce e con le nostre emozioni ci aiuta ad avere proprio più consapevolezza rispetto a quello che ci accade.
Una di queste tappe, ad esempio, parla degli abiti che in senso metaforico indossiamo e delle parole che vestono le nostre emozioni ed i nostri comportamenti: molte volte indossiamo abiti che magari sono un po' datati però ci stanno bene, li teniamo lo stesso, ma hanno un'energia che non è più la nostra e li sentiamo stretti, e così certe parole e certi discorsi ci risultano un po' faticosi, non li sentiamo nostri. Dobbiamo quindi imparare ad abitare dentro di noi in maniera diversa, aprire delle porte, il che può voler dire anche guardare dei lati ombra. Basta semplicemente essere più attenti e concentrati sul fatto che noi siamo mente, corpo e spirito, non siamo soltanto azione e reazione ma siamo coscienza, volontà, bastano piccoli accorgimenti quotidiani per prendersi cura di sé a livello fisico, ascoltarsi a livello mentale ed emotivo ma anche spirituale e da lì, poi, ripartire, non dandosi per scontati.
Per concludere, quindi, questi 36 capitoli cosa rappresentano?
I 36 capitoli sono un cammino legato all'archetipo dell'eroe, uno dei 12 archetipi junghiani. L'eroe riceve una chiamata che spesso rifiuta per paura, e dunque interviene un mentore, una figura di riferimento, che può essere una persona o un simbolo, come una frase letta per caso o un oggetto ritrovato. L'eroe è poi chiamato ad attraversare determinate tappe, soglie, incontrerà dei nemici e degli alleati, dovrà superare questa prova centrale per poi portare a casa l'elisir, ovvero la trasformazione.
Ad esempio Indiana Jones, quante difficoltà ha dovuto attraversare per arrivare nella piramide, c'era sempre un ostacolo dietro l'altro!
Fuori di metafora, dunque, l'eroe incarna il sé: ogni volta che un accadimento attraversa la mia vita la dovrei vivere proprio come un eroe, tappa per tappa, ma cercando di comprendere che se io sono consapevole e attento a quello che mi accade riuscirò a leggere quell'evento come un piccolo pezzetto di esperienza e un messaggio che porto a casa, soprattutto nel negativo.
Alla fine, l'elisir che io porto a casa e dovrei condividere con gli altri è proprio questo mio me che si è trasformato. Ogni accadimento ha in sé un insegnamento, io mi posso ribellare e lo posso rifiutare, ma questo dipende da quale valore e filtro di lettura utilizzo per leggere quell'evento, filtro che ho costruito in virtù delle esperienze e del contesto. Il cervello, però, continua a plasmarsi e a ricostruire viaggi alternativi a quelli che abbiamo già visto, quindi c'è sempre la possibilità di avere nuove consapevolezze. Per cui i 36 capitoli ricalcano lo schema del viaggio dell'eroe che è fatto a soglie. Io ne ho scelte 36, il viaggio dell'eroe ne ha 12, ma il numero è simbolico: ogni tappa non è per forza la consecutio dell'altra, sono singole e ognuna racchiude un suo senso.
Tutto riporta, poi, ad uno stare con noi stessi, a saper essere presenti, ascoltarsi, sentire dov'è il nostro respiro.
Questo libro non contiene le 36 regole per vivere meglio, ma raggruppa e condivide articoli e riflessioni che avevo pubblicato sul mio blog e che danno uno spaccato di quelle piccole cose che ho imparato e che voglio mettere a disposizione e condividere in questo approccio all'ascolto di se stessi, fondamentale anche per proteggerci da tutte le manipolazioni che ci sono nel mondo.
Quindi facciamoci un bel viaggio, ritorniamo alla fonte, qualsiasi essa sia, e dalla quale partire, strutturiamoci per avere anche quello spirito critico per dire io sono, c'è un mio me che sente, vive, soffre, ragiona, pensa ed ha una propria storia da onorare, non da creare come alibi per essere vittime di quello che accade.
Vi aspettiamo al prossimo libro e alla prossima intervista!