Abbiamo cercato di rispondere a questo importante quesito soprattutto per i giovani che si apprestano ad affacciarsi al mondo del lavoro durante il Webinar "Orientamento & Occupabilità" che ha visto la partecipazione, in qualità di relatori, del team Orienta del Friuli Venezia Giulia: Katiuscia Bertelle, Marta Di Noia, Ambra D'Avisio e Davide Pasqua e il coinvolgimento di tre HR Manager: Monica Malavasi, Gabriella Gelo e Matteo Pribetti.
Dal confronto con i vari partecipanti è emersa l'importanza dell'orientamento scolastico e lavorativo.
Ma partiamo dall'inizio.
Cosa significa orientamento?
Deriva dal latino "solem orientem", ovvero "da dove nasce il sole". Quindi, in chiave occupazionale, l'orientamento ha lo scopo di rendere l'individuo in grado di prendere maggiore coscienza di sé e della realtà lavorativa, sociale ed economica in cui si trova per poter effettuare scelte consapevoli, autonome ed efficaci.
A chi ci si può rivolgere per orientarsi nel mondo del lavoro?
Secondo Antonio Colombo, Presidente dell'Asitor - Associazione italiana di orientatori: "Di orientamento si occupano a vario titolo migliaia di soggetti, ognuno di loro ha avuto un diverso percorso di avvicinamento a questa attività".
Alcuni di questi sono:
- Lo psicologo del lavoro
- I servizi regionali per l'orientamento
- Le Agenzie per il Lavoro
- Gli Enti di formazione accreditati
Un canale utile per una panoramica sul mondo delle professioni e sulle attuali esigenze di mercato è MyOurJob, portale gratuito di Orienta, che ha l'obiettivo di offrire una serie di strumenti e risorse per l'orientamento e la pianificazione della carriera in tutte le fasi della vita.
Come sta cambiando l'approccio al mondo universitario?
Analizzando l'occupazione giovanile, uno degli aspetti che condiziona maggiormente la tipologia di lavoro svolto è il percorso di studi. La domanda è: fermarsi al diploma o continuare con l'Università?
Nonostante ci sia un alto tasso di occupazione per i diplomati tecnici e professionali, si ha, allo stesso tempo, un basso numero di iscritti a questi corsi di studio.
Chi sceglie invece di proseguire gli studi con la carriera universitaria si trova davanti al binomio tra discipline scientifiche o umanistiche. Anche se sembra non esserci una grande disparità a livello di occupabilità, ci si può chiedere quanto il lavoro svolto sia in linea con il percorso universitario. Secondo alcuni recenti studi di Almalaurea, sembra che il conseguimento del titolo di studio non sia particolarmente richiesto per il lavoro che attualmente svolgono gli intervistati.
In un'ottica di opportunità professionale è utile soffermarsi sulle possibilità occupazionali che offrono le discipline STEM e, parallelamente, la formazione umanistica.
Cosa sono le discipline STEM?
L'acronimo STEM deriva dall'inglese (Science, Technology, Engineering & Mathematics) e riguarda i corsi di studio ad insirizzo tecnico-scientifico. Nel 2025 (sulla base dei dati dell'European Centre for the Development of Vocational Training) si prevede una crescita importante nella domanda dei laureati STEM rispetto alle altre occupazioni. Se il quadro sembra favorevole sotto il profilo dell'inserimento professionale, è tuttavia presente una certa disaffezione per gli studi scientifici, soprattutto a livello universitario in gran parte dell'Unione Europea. Contando inoltre una bassa incidenza della componente femminile in questa tipologia di percorso accademico.
Sembra di no. Si può osservare infatti, in contesti come quello anglosassone, come alcune istituzioni educative stiano elaborando un nuovo paradigma: quello delle STEAM, che integra le discipline tecnico-scientifiche con una solida base umanistica.
Se l'ambito STEM si pone come trainante per il lavoro del futuro, si può parlare di declino delle humanities?
In un articolo apparso sulla Harvard Business Review, scritto da Josh M. Olejarz, emerge che in un'epoca di informatica onnipresente, le humanities sono ancora indispensabili per l'utilizzo di un mindset creativo ed etico: per rivoluzionare sempre il proprio punto di vista e maturare l'abilità di comprendere le situazioni facendo scelte consapevoli.
Quindi, in conclusione, possiamo dire che le materie STEM sono sicuramente fondamentali per il lavoro del futuro, ma hanno altrettanto bisogno della presenza di una cultura umanistica.
E' il momento di scegliere: seguire le proprie passioni o le tendenze del mercato del lavoro?
"Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo, puoi solo aiutarlo a scoprirla dentro di sé"
Galileo Galilei
Il primo passo per poter rispondere a questa domanda è lo studio della propria personalità: questo ci potrà aiutare a comprendere cosa vogliamo fare a livello lavorativo.
Il secondo passo consiste nel considerare le due leve principali che muovono l'individuo a fare delle scelte: la paura e il piacere. Una persona potrebbe scegliere un percorso di studi per la paura di non trovare lavoro, oppure per il piacere di imparare e di crescere.
Il terzo passo per prendere una scelta è osservare questi tre fattori principali e porsi delle domande:
- Mercato del lavoro: quali opportunità di carriera sono presenti nel contesto geografico in cui mi trovo?
- Competenze: quale percorso scolastico e lavorativo devo seguire per acquisire le conoscenze pratiche ed intellettive utili a raggiungere un determinato ruolo professionale?
- Vocazioni personali: quali sono i miei sogni e desideri? Cosa succederà se li chiuderò in un cassetto? Cosa succederà se li seguirò senza considera i due punti precedenti?
Quindi, scegliere un lavoro con la mente o con il cuore? Sarebbe opportuno utilizzarli entrambi: da un lato osservando ed analizzando in modo razionale il contesto dove ci troviamo, dall'altro facendo una scelta ascoltando le nostre passioni in modo da avere sempre la giusta motivazione per fare del nostro meglio.
"Il lavoro riempirà gran parte della tua vita
perciò l'unico modo che hai di essere soddisfatto di ciò che fai
è fare un buon lavoro
e per fare un buon lavoro bisogna amarlo.
Se non lo avete ancora trovato, cercatelo, come si fa con l'amore:
capirete che è quello giusto quando lo troverete"
Steve Jobs