Da un'idea di chi sulle professioni ci ha costruito una carriera nasce questo progetto che, a scadenza mensile, vuole raccontare un lavoro e un professionista. Anche se a volte ci sembrano definizioni altisonanti o anglicismi incomprensibili, dietro c'è sempre una professione e un professionista con obiettivi da raggiungere, competenze da acquisire, impegno, studi e interessi. Noi vogliamo parlarvene con la voce di chi, quel lavoro, lo svolge ogni giorno.
Il nostro pezzo d'esordio porta la testimonianza di Zoe Scandroglio, consulente Brand Manager e marketing, che si occupa di supportare gli imprenditori nella strutturazione e implementazione dell'attività di Marketing strategico o in singoli progetti e eventi e lavora affiancando gli Hr nei progetti di Comunicazione Interna/Esterna, Employer Branding e Formazione. Zoe ci racconta come funziona lavorare per sviluppare il marketing di un'azienda.
1. Chi è Zoe Scandroglio. Cosa vuol dire essere Brand Manager oggi?
Sono una Brand Manager, mi occupo di quel ramo del marketing che riguarda sia l'aspetto strategico che operativo; lavorare sul "brand" (azienda o persona) significa raccontarne l'identità e i valori. Il Brand Manager, una volta stabilita la direzione strategica, ha l'onere di creare delle linee guida per l'operatività declinata nei canali di comunicazione.
E' un lavoro complesso perchè bisogna considerare più aspetti contemporaneamente, ad esempio dati economici e previsionali, la cratività e la futura operatività, il coordinamento dei molteplici attori coinvolti nei processi (grafici, esperti social, copy, etc.).
In questa complessità risiede la bellezza del mio lavoro, che mi permette ogni giorno di crescere umanamente e professionalmente grazie all'incontro con professionisti qualificati e lo studio in team di soluzioni creative. Ogni giorno è diverso dall'altro, bisogna dare risposte rapide e ponderate, considerando che tutto può succedere... diciamo che è un bel modo di lavorare per vivere e non vivere per lavorare!
2. Cosa vuol dire fare comunicazione aziendale oggi?
Partiamo dal presupposto che oggi la comunicazione è sempre più legata al tema dei valori.
Il compratore non si limita più ad acquistare un prodotto o un servizio ma sceglie un'idea o un concetto e, allo stesso modo, un candidato predilige una possibilità lavorativa presso un'azienda nella quale si riconosce: quello che conta è il brand e i valori che esso rappresenta.
Il ruolo del Brand Manager diviene quello di farsi interprete della realtà aziendale e di veicolarne i tratti essenziali attraverso strumenti e messaggi idonei.
Per questo motivo la comunicazione aziendale richiede ai professionisti una "multidisciplinarietà" che consenta loro di interpretare il nostro mondo complesso e di integrarsi con "l'ecosistema impresa", per far sì che persone e processi interagiscano in modo sempre più armonico ed efficiente.
3. In che modo il marketing può contaminare l'area risorse umane? E quali sono sfide e potenzialità di questo connubio?
Comunicazione esterna, affidata al marketing e comunicazione interna, spesso gestita dagli Hr, devono essere considerate come un tutt'uno perchè l'azienda vive in un ecosistema e i due aspetti si contaminano e si rafforzano a vicenda.
In Italia si parla ancora poco di Hr Marketing, mentre all'estero è sempre stato un aspetto centrale della cultura aziendale. Come per il marketing, anche le risorse umane possono partire dall'analisi dei dati per poi sviluppare una strategia. Ad esempio, volendo analizzare l'alto tasso di turnover, che potrebbe essere sintomatico di una scarsa capacità di trattenere i talenti, occorre elaborare una strategia d'insieme per creare un legame più forte tra azienda e neoassunti.
Spesso i dipartimenti Hr mi chiedono: "Da dove iniziare?"
Io suggerisco sempre di partire dal fornire una formazione sui principi del marketing per coloro che si occupano di risorse umane in azienda.
Gli Hr, e non solo, sono entusiasti di partecipare a questi team di lavoro nei quali, spesso, sono gli stessi partecipanti a trovare idee per migliorare in modo veloce ed efficace i processi in azienda.
E' un percorso davvero gratificante per tutti perchè si instaura un cambio di mentalità e di visione dei problemi, non solo strettamente inerenti la sfera dell'Hr Marketing.
4. Sentirsi parte di un'azienda e di una storia comune è fondamentale per essere soddisfatti in ambito lavorativo. Che ruolo gioca a tal proposito l'Onboarding? Hai qualche consiglio?
Il tema dell'onboarding e dell'induction è sempre più sentito dalle aziende, tanto che, i dati delle ricerche degli ultimi tempi hanno evidenziato come il salario sia sempre meno un elemento discriminante nella scelta di un'occupazione, mentre altri fattori come la qualità della vita, gli stimoli dell'ambiente lavorativo e le prospettive di crescita, siano variabili che hanno acquisito maggior rilevanza.
Per questo, una strategia che riguarda l'onboarding può essere un ottimo punto di partenza. Mi piace ricordare che l'ingresso in impresa non è un procedura di omologazione, ma un processo di integrazione, ovvero di espressione delle potenzialità di una persona in un nuovo contesto.
Come consigli potrei suggerire: istituire un piccolo team di benvenuto, che accolga e sappia rispondere alle domande della new entry; creare un welcome kit con gadget utili e in linea con i valori aziendali. Per l'onboarding non servono grandi budget; a volte basta un semplice bigliettino di benvenuto sullo scrivania del nuovo arrivato per avere un grande impatto positivo.
Non dimentichiamoci che, per sentirci parte di una storia comune, occorre far sì che la risorsa sia parte integrante di una community e di un progetto condiviso.
5. Che cosa ti senti di consigliare ai giovani che vorrebbero intraprendere questa strada?
In primis interrogare se stessi: sono una persona curiosa?
Questo perchè il mondo del marketing racconta storie a persone reali, che vivono nel mondo contemporaneo, e chi fa marketing cerca tutti i giorni il modo migliore per raccontare e mostrare prodotti o servizi. Però, per capire i bisogni del prossimo, per anticipare le tendenze future, per avere delle idee innovative è indispensabile conoscere in primis il presente! Perchè? Faccio l'esempio dell'"Instant Marketing", che è molto usato in alcune aziende: è una strategia di marketing che sfrutta nell'immediato un fatto o una notizia e realizza un contenuto che richiama ciò che è accaduto, rapportandolo al proprio prodotto o servizio. Per cogliere queste "opportunità" è indispensabile conoscere l'attualità, leggendo notizie, tg, e rimanendo aggiornati sui social (sì, quelli che fanno marketing devono essere sui social!). Un celebre esempio è quello di Lufthansa: il cantante Fedez, durante un concerto, ha fatto la proposta di matrimonio a Chiara Ferragni, dedicandole una canzone, che ad un certo punto diceva "io che non dormo sui voli Lufthansa", la compagnia aerea, qualche ora dopo, ha preso al balzo questo fatto e ha twittato "Ora che The Blonde Salad by Chiara Ferragni ha detto sì, caro Fedez, puoi dormire sonni tranquilli. Congratulazioni ad entrambi da Lufthansa. #chiaraefedez".
In secondo luogo, quando mi chiedono cosa significhi "fare marketing" io rispondo sempre che "fare marketing significa usare il cervello!". Questo perchè chi fa marketing deve saper sviluppare un ragionamento, che implica una sequenzialità logica. La strada è guidata, illuminata da una cosa chiamata obiettivo/target. Un'altra capacità per fare marketing è avere doti analitiche: pensiero critico, saper vedere oltre le cose, saper leggere i dati fondamentali.
Terzo consiglio, non ascoltare consigli! Se si sente che la propria strada è questa, seguire il proprio istinto: non esiste il "manuale del bravo marketer", nessuno nasce imparato. Coloro che fanno bene il proprio lavoro sono sempre guidati dal proprio istinto e dalle proprie attitudini. Sicuramente servono delle basi di studio, ma l'esperienza vera si fa sul campo, non avendo paura di sbagliare e proporre nuove idee.
Lo stage è uno strumento fondamentale, non solo nel marketing, ma per tutte le professioni per capire se questa possa essere la tua strada, e ti auguro la fortuna di trovare un bravo mentore a cui chiedere il più possibile!
Non dimenticare di leggere, studiare, cercare di sapere "un po' di tutto". Ad maiora!